IL GIOVANE FAVOLOSO
IL GIOVANE FAVOLOSO di Mario MARTONE
prodotto da Carlo DEGLI ESPOSTI, Patrizia MASSA, Nicola SERRA
una produzione PALOMAR con RAI CINEMA
distribuzione 01 DISTRIBUTION
uscita 16 OTTOBRE 2014
realizzato con il contributo della REGIONE MARCHE
e della FONDAZIONE MARCHE CINEMA MULTIMEDIA, MARCHE FILM COMMISSION
in associazione con FONDAZIONE MARCHE, ALGUAR IMMOBILIARE S.R.L., ARCADIA HOLDING S.R.L., LOAN HOTELS, ECHIDNA S.P.A., FRAPI S.P.A., ARISTON, ORCIANI S.P.A., PIGINI GROUP S.P.A., TECNOSTAMPA S.R.L.
(ai sensi delle norme sul tax credit)
film riconosciuto di interesse culturale con il sostegno del MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO
opera realizzata con il sostegno della REGIONE LAZIO – FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO
scarica il pressbook
scarica le foto in alta risoluzione
*gallery fotografica e clip video a fondo pagina
regia Mario MARTONE
fotografia Renato BERTA
montaggio Jacopo QUADRI
sceneggiatura Mario MARTONE, Ippolita DI MAJO
musiche Sascha RING
scenografia Giancarlo MUSELLI
art director Carlo RESCIGNO
arredatore Stefano PALTRINIERI
costumi Ursula PATZAK
trucco Maurizio SILVI
acconciature Aldo SIGNORETTI, Alberta GIULIANI
suono in presa diretta Alessandro ZANON A.T.I.S.
montaggio del suono Silvia MOREAS
mix Paolo SEGAT
aiuto regia Barbara MELEGA
secondo aiuto Edoardo PETTI, Guido COLLA
casting Paola ROTA, Raffaele DI FLORIO
operatore alla macchina Renaud PERSONNAZ
segretaria di edizione Fiorella AMICO
direttore di produzione Riccardo BORNI, Lorenzo LUCCARINI
effetti visivi Rodolfo MIGLIARI
assistente al doppiaggio Sara PETRACCA
edizione Gianni MONCIOTTI
producer Palomar Marco CAMILLI
ufficio stampa Marzia MILANESI – Comunicazione per il cinem
con
ELIO GERMANO Giacomo Leopardi
MICHELE RIONDINO Antonio Ranieri
MASSIMO POPOLIZIO Monaldo Leopardi
ANNA MOUGLALIS Fanny Targioni Tozzetti
VALERIO BINASCO Pietro Giordani
PAOLO GRAZIOSI Carlo Antici
IAIA FORTE signora Rosa, padrona di casa
SANDRO LOMBARDI Don Vincenzo, precettore di casa Leopardi
RAFFAELLA GIORDANO Adelaide Antici Leopardi
EDOARDO NATOLI Carlo Leopardi
GIOVANNI LUDENO Pasquale Ignarra, famiglio di casa Ranieri
FEDERICA DE COLA Paolina Ranieri
GIORGIA SALARI Maddalena Pelzet detta Lenina
e per la prima volta sullo schermo GLORIA GHERGO Teresa Fattorini (Silvia)
con ISABELLA RAGONESE nel ruolo di Paolina Leopardi
Sinossi
Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La sua mente spazia ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l’universo è fuori.
In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l’esterno. A ventiquattro anni, quando lascia finalmente Recanati, l’alta società italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta. A Firenze si coinvolge in un triangolo sentimentale con Antonio Ranieri, l’amico napoletano con cui convive da bohémien, e la bellissima Fanny. Si trasferisce infine a Napoli con Ranieri dove vive immerso nello spettacolo disperato e vitale della città plebea. Scoppia il colera: Giacomo e Ranieri compiono l’ultimo pezzo del lungo viaggio, verso una villa immersa nella campagna sotto il Vesuvio.
Cosa racconta il film
Al pari di Mozart con suo padre Leopold, Giacomo Leopardi è un bambino prodigioso che cresce sotto lo sguardo orgoglioso e implacabile del padre, il conte Monaldo, dentro una casa che è una biblioteca. Sua madre, cattolicissima, pretende di assistere alle confessioni in chiesa del figlio. Giacomo non esce quasi mai di casa, intorno a sé ci sono solo libri, e oltre i libri le alte mura della cittadina di Recanati. Dentro quella biblioteca la mente infinita di Giacomo cerca spazio, impara tutto e tutto padroneggia, ma la biblioteca è una prigione: per quanto in quelle pagine si legga di tutto l’universo, l’universo è fuori, lontano, irraggiungibile. Tra queste mura prendono forma l’immaginazione del poeta e al contempo le malattie che lo tormenteranno per tutta la vita. Dalla finestra di casa Giacomo osserva la vita quotidiana del paese, e ha cara la ragazza che lavora al filatoio nell’umile casa di fronte. Avvia, attraverso le poesie, un’autobiografia interiore immensa e sofferta che lo porterà a delineare sempre più nitidamente il suo pensiero: in tempi di cattolicesimo assoluto e nella terra del papa, sarà un pensiero laico, lucido, una capacità implacabile di scorgere tutte le ipocrisie della società che avrà intorno. Ma già da adolescente sente che fuori il mondo cambia, l’Illuminismo apre la mente, scoppiano le rivoluzioni: Giacomo il ribelle cerca disperatamente contatti con l’esterno. Entra in corrispondenza con Pietro Giordani, un letterato che intuisce la gigantesca statura poetica del ragazzo. Nasce un fortissimo, reciproco trasporto, le loro lettere bruciano, come brucia il breve incontro che avviene a Recanati. Leopardi sente di dover scappare e organizza la fuga. Dal passaporto alla carrozza tutto è pronto quando il progetto viene scoperto da Monaldo. Mentre la ragazza del filatoio muore per tisi, la prigione di Recanati chiude inesorabile le sue porte.
Sono passati dieci anni. I maggiori circoli intellettuali italiani da tempo hanno aperto le porte al sublime poeta tormentato e veggente ma Giacomo mal si adatta alle ipocrisie dei salotti e rifiuta ogni offerta di lavoro che possa ingabbiare la sua libertà di pensiero. Ha amato diverse donne, amori perlopiù infelici, ma è un uomo la persona a cui si è legato e con cui convive da bohémien: è più giovane di lui, è un rivoluzionario napoletano in fuga, bello, romantico, patriottico, si chiama Antonio Ranieri. Anche Ranieri, come Giordani, capisce la grande statura dell’amico, e lo assiste con devozione, mettendo su carta i versi che Giacomo gli detta. Leopardi è infatti sempre più segnato dalle sue malattie, ma semicecità e deformazioni non gli impediscono di invaghirsi della dama fiorentina Fanny Targioni-Tozzetti, che a sua volta è invaghita di Ranieri. Il pensiero che nulla nasconde dell’infelicità della condizione umana è tutt’uno con la spinta vitale di Giacomo, che sperimenta sempre su di sé quelle “illusioni naturali dell’animo” che racchiudono, per lui, l’unico senso dello stare al mondo. Fanny sparirà da questa costellazione come la luna che precipita dal cielo negli incubi di Leopardi, lasciando un buco nero nello spazio e un deserto nel cuore di Giacomo.
Ranieri, invece, resta vicino all’amico e non lo lascia, il loro rapporto è destinato a durare per sempre. Intanto la restaurazione si fa sentire, ma i suoi oppositori si fanno forza di idealismi che appaiono patetici agli occhi di Leopardi: il rapporto del poeta con la società intellettuale del suo tempo peggiora di anno in anno, Leopardi è sempre più emarginato. Un’amnistia riapre a Ranieri le porte della sua città, Antonio convince Giacomo a trasferirsi con lui a Napoli, dove l’aria è salubre e il clima giovevole alle sue condizioni di salute.
Ai due amici tocca un’ultima sosta a Roma prima di arrivare a Napoli. Nella città del Papa e del potere invisa a Leopardi riappare, durante l’incontro con gli zii Antici che avverrà dopo una lunga attesa, il fantasma di Recanati. È qui che l’ultimo filo con la famiglia si spezza, Leopardi ha tagliato tutti i lacci, pronto a vivere “secondo natura”.
L’incontro con Napoli cambia tutto. Il poeta vive immerso nello spettacolo disperato e vitale della città plebea, le case dove Giacomo convive con Ranieri si trovano sempre in quartieri popolari, i cui vicoli sono pieni di gente che vive per strada, ladri, prostitute, scugnizzi che additano il poeta ormai gobbo chiamandolo “ranavuottolo”, ranocchio. Ma Leopardi ama Napoli e la sua sfacciata realtà. Preferisce intrattenersi con gli uomini e i ragazzi che popolano le osterie piuttosto che con gli esponenti della società intellettuale napoletana, ai quali dedica versi fulminanti. Sa ridere Leopardi, a dispetto della disperazione che anima la sua scrittura, sempre più lucida e straordinaria. Nietzsche, considerandolo il più grande creatore di stile poetico dell’Ottocento, accosterà Leopardi a Chopin, per il modo in cui guarda e adora la bellezza.
Scoppia il colera. Preoccupato per la salute di Giacomo, Ranieri provvede a trovargli per il periodo estivo una casa in collina, alle pendici del Vesuvio. Il monte sovrasta la casa, con le sue colate immense, il fumo nero che avvolge tutto, Pompei ai suoi piedi. Leopardi scrive La ginestra, la lunga poesia in cui racchiude il suo pensiero, avvolgendo l’esperienza umana, la storia, la natura, il cosmo in un unico flusso il cui termine ultimo è il silenzio.
“Così ho pensato di andare verso la Grotta,
in fondo alla quale, in un paese di luce,
dorme, da cento anni, il giovane favoloso.”
Anna Maria Ortese
(Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi contenuto nella raccolta Da Moby Dick all’Orsa Bianca-Scritti sulla letteratura e sull’arte, Adelphi 2011
Note di regia
Abbiamo scritto la sceneggiatura del film attingendo agli scritti di Leopardi e all’insieme del suo epistolario, lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la sua breve vita dalla Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio.
Ed ecco la famiglia di Giacomo, il padre Monaldo, il compagno della vita Antonio Ranieri, gli intellettuali del tempo, la donna per la quale si accese di passione, Fanny Targioni Tozzetti… Ma il mio interesse non è per l’aneddoto: la vita di Leopardi è tutt’uno con la sua scrittura, si potrebbe dire che non c’è un suo verso, non c’è un suo rigo che non sia autobiografico. Leopardi sa, con molto anticipo su Proust, o su Beckett, che solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità: da qui le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali. È per questo che oggi possiamo sentire Leopardi con tanta forza.
Affrontare la vita di Leopardi significa inoltre svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, ho voluto insistere con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato a mio avviso preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un’anima, che ho provato a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema.
Mario Martone
Italia, 2014, 135′
Gallery Fotografica
_____________________________________________________________________________
Trailer
Clip Video
CLICCA QUI PER SCARICARE LA CLIP IN ALTA RISOLUZIONE